Mario Draghi sa ormai con certezza che bisogna riaprire entro fine maggio.

Mario Draghi sa ormai con certezza che bisogna riaprire entro fine maggio.

Mario Draghi sa ormai con certezza che a maggio bisogna riaprire. Almeno per le attività all’aperto. C’è già pronta una bozza, con tanto di calendario delle riaperture. Compatibilmente con i dati dei contagi, con le diverse posizioni nella maggioranza, e con gli scienziati che si pronunceranno domani 16 aprile, a fine del mese, le Regioni più virtuose, con la miglior curva dei contagi, la più bassa pressione ospedaliera e la più alta percentuale di vaccinazioni potranno aprire tutte le attività commerciali in funzione e bar e ristoranti a pranzo. Un ritorno alla zona gialla nella quale entrerà poi, nella prima decade di maggio, il resto del territorio, sempre che i parametri lo consentano.
Entro fine maggio, magari già a metà mese, rivela La Repubblica, ci sarà la vera svolta con la riapertura di bar e ristoranti anche di sera, sempre nei locali dotati di dehors. Ipotesi che vede però molto prudente il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini. In discussione anche i protocolli molto rigidi per l’accesso ai locali chiusi, che potrebbero prevedere l’esibizione di test rapidi o certificati vaccinali. Quindi il coprifuoco a questo punto verrebbe spostato dalle 22 alle 23,30/24.
Si sta studiando anche una via per le rappresentazioni all’aperto con capienza limitata al 25-30% in coincidenza delle partite degli Europei all’Olimpico, dall’11 giugno in poi. Nello stesso periodo dovrebbero riaprire gli stabilimenti balneari e le strutture turistiche, piscine e palestre. Teatri e cinema al coperto invece, potrebbero riaprire dopo l’estate.

Non è facile dare garanzie sulle riaperture con circa 500 morti al giorno. “Voglio dare un messaggio di determinazione e fiducia”, premette il ministro Roberto Speranza alla Camera: “Non sottovaluto le difficoltà ma ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo. Finalmente ci sono le condizioni per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da mesi grazie alle vaccinazioni”. Ma poi avverte: “I tempi delle decisioni nel contrasto al virus sono determinanti: dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e non sbagliare tempi e modi delle riaperture per non vanificare i sacrifici fatti”.

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