Come vedremo in dettaglio , il contributo “bonus matrimonio 2022” è rivolto alle sole aziende e non alle coppie, come invece era stato previsto in un primo momento in un emendamento: una brutta notizia per tutti coloro che avrebbero voluto sposarsi il prossimo anno ma non hanno la possibilità di sostenere tutti i costi di un matrimonio.
Bonus matrimonio 2022 per le imprese: cos’è
Si tratta di un incentivo a fondo perduto finanziato con 60 milioni di euro: il valore del contributo per singola azienda si traduce in un aiuto pari al 30% della differenza tra le perdite registrate nel 2020 e il calo del 2019. Il contributo per le attività che sono state aperte nel 2019, invece, è un aiuto pari a 5000 euro.
Quali aziende possono richiedere il bonus matrimonio
Oltre agli organizzatori di cerimonie, come ad esempio i wedding planner, il contributo è rivolto anche agli operatori del settore dell’intrattenimento, ristoranti, catering e hotellerie che si occupano di questa tipologia di eventi e che sono registrate con un codice ATECO legato al settore di riferimento.
Bonus matrimonio 2022 per le imprese: come richiederlo
Tutte le aziende intenzionate a richiedere il bonus matrimonio 2022 devono compilare un’autocertificazione attestante il calo di fatturato nel periodo di riferimento (differenza tra il calo del fatturato 2020 e 2019). Sulla documentazione dev’essere indicato anche il codice ATECO di appartenenza.
Ovviamente le richieste pervenute potranno essere sottoposte a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Bonus matrimonio 2022 coppie: bocciato l’emendamento
Brutte notizie, invece per i molti sposi che hanno visto la loro fatidica data slittare al 2021 o nei prossimi anni e speravano in un contributo statale del bonus matrimonio: con l’approvazione del Decreto Sostegni bis e la conversione in legge del DL si è chiusa definitivamente la possibilità di estendere il finanziamento anche alle coppie, com’era previsto inizialmente dalla bozza.
L’emendamento prevedeva una detrazione fiscale del 25% sulle spese sostenute per chi si sarebbe sposato in italia nel 2021, nel 2022 e nel 2023, fino a 25mila euro (divisibili in 5 quote annuali e valida per le spese fino al 2023). Lo sconto massimo ottenibile, quindi, sarebbe ammontato a ben 6250 euro. Tra le spese detraibili vi sarebbero state:
l’affitto dei locali;
gli addobbi dei locali (ad esempio i fiori);
• il wedding planner;
• i servizi look per gli sposi (make up, acconciatura, abiti);
• il servizio fotografico;
• il catering;
• il ristorante.
Bonus matrimonio INPS: l’assegno di congedo matrimoniale
Come aiuto economico per i novelli sposi resta comunque valido l’assegno di congedo matrimoniale INPS, che può essere richiesto da operai, apprendisti, lavoratori a domicilio, marittimi di bassa forza e dipendenti di aziende (industrie, artigiane e cooperative) che rispettano i seguenti requisiti:
- contraggono matrimonio civile, concordatario o unione civile
- hanno un rapporto di lavoro da almeno una settimana;
- fruiscono del congedo entro 30 giorni dalla celebrazione del matrimonio/unione civile;
- in caso di disoccupati, possono dimostrare che nei 90 giorni precedenti al matrimonio/unione civile abbiano lavorato per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative;
- non sono in servizio per malattia, sospensione del lavoro, richiamo alle armi, fermo restando l’esistenza del rapporto di lavoro.
L’assegno non è previsto, invece, per chi contrae il solo matrimonio religioso e per i dipendenti di settori non previsti dai requisiti.
La somma dell’assegno viene calcolata nel seguente modo, a seconda del lavoratore, ed è cumulabile con l’indennità INAIL:
- 7 giorni di retribuzione per operai e apprendisti, al netto della percentuale a carico del lavoratore (il 5,54%);
- 7 giorni di guadagno medio giornaliero per i lavoratori a domicilio, al netto della percentuale a carico del lavoratore (il 5,54%);
- 8 giorni di salario medio giornaliero per i marittimi, al netto della percentuale a carico del lavoratore (il 5,54%);
- i giorni di retribuzione che coincidono con i giorni di lavoro part-time verticale, al netto della percentuale a carico del lavoratore.
Le modalità di richiesta variano a seconda della tipologia di lavoratore:
- gli occupati devono presentare la domanda direttamente al datore di lavoro alla fine del congedo, entro e non oltre 60 giorni dalla data del matrimonio;
- i disoccupati e i richiamati alle armi devono presentare domanda all’INPS entro un anno dalla data del matrimonio, sia online che tramite call center (803 164 da fisso o 06 164 164 da cellulare) o enti di patronato;
L’assegno viene erogato tramite bonifico presso ufficio postale o direttamente sul conto corrente del richiedente, all’IBAN indicato nella richiesta.