L’ obiettivi-aspettative per il futuro dell’artista di strada

L’ obiettivi-aspettative per il futuro dell’artista di strada

Obiettivi-aspettative per il futuro

Un sistema di aspettative è indispensabile per l’esistenza stessa di un gruppo sociale e rappresenta per l’individuo la possibilità di costruire migliori relazioni di ruolo.
Gli artisti di strada, vivono in un “mondo dei sogni” e si sentono dei “grandi bambini a cui piace giocare”.
Il sogno è, per loro, importante perché spinge a fare sempre meglio e ad andare avanti.

“Bè… i sogni ci devono essere, perché sono importanti, sono quelli che ti fanno andare avanti. Quindi sì, ho dei sogni, a livello di spettacolo mi immagino alcuni spettacoli da riuscire a portarli in scena, e poi… si vedrà…”

“Caspita!, sogni nel cassetto sì. È importante avere dei sogni, perché sono il motore della passione, sono degli stimoli ad andare sempre avanti e fare sempre meglio”.

Questi sogni sono comunque rivolti quasi sempre allo spettacolo:
Formare una compagnia, un gruppo in quanto per l’artista di strada è importante l’aggregazione perché fare spettacolo da soli a lungo andare non porta da nessuna parte.

“Ora sono un singolo nello spettacolo; spero di poter lavorare presto in una compagnia, cercare quindi un gruppo.
Vedo che c’è tanta voglia di ricerca, di fare cose nuove, modi nuovi di fare spettacolo… solo che da solo non vai da nessuna parte.
Poi mi piacerebbe tanto insegnare giocoleria e quello che imparerò.”

“avere un circo piccolino con degli amici per poi fare un circo nuovo, uno spettacolo bello”.
“montare una compagnia con degli amici simpatici, divertenti”.

Montare uno spettacolo con dei valori, con una morale per lasciare messaggi profondi attraverso la risata.

“Montare uno spettacolo sempre più affascinante, coinvolgente e che riesca a incidere sulla mentalità purtroppo dominante del consumismo becero, della violenza becera, dell’egoismo becero, cafone… cercando di migliorare un attimo di migliorare questa valle di lacrime”.

“Voglio trovare delle storie bellissime con una morale importante perché poi la gente quando ha finito di ridere inizi a pensare a quello che sei riuscito a trasmetterle. Quindi lasciare dei messaggi profondi attraverso la risata”.

Lavorare in posti chiusi perchè con l’avanzare dell’età viene protetta la salute fisica.

“Mi vedo che abbandono la strada e passo al chiuso come tipo di lavoro, passo ad insegnare. Lascio la strada con gli anni per passare a dei posti che ti proteggono di più di salute fisica, e di costanza anche come tipo di lavoro.
Se ci vivi, non puoi permetterti un inverno molto rigido… magari l’anno dopo è ottimo, ma…
La strada è molto stancante. Chi vede le cose da fuori dice “ammazza, lavori un’ora al giorno e poi hai finito”, ma non è così.
Gli artisti di strada, almeno quelli che conosco io, mentalmente lavorano 12 ore al giorno”
.

“Mi vedo uno scattante artista di strada cha va in giro a fare spettacoli
organizzare spettacoli, e magari invece di vivere in un camper di avere una sede un po’ più fissa: un appartamento dove magari mettere a frutto la mia esperienza anche per una didattica. Anche perché ho insegnato matematica per quindici anni e mi piace trasmettere valori”
.

È invece sorprendente che quasi nessuno degli intervistati abbia come aspettativa una “famiglia normale”, infatti solo uno di loro ha manifestato questa speranza. “Spero di avere una famiglia, dei nipotini”.
Altri addirittura, si precludono ogni aspettativa, prendendo dalla vita tutto ciò che viene, vivendo giorno per giorno.

“pensare al futuro è un po’ il tarlo dell’esistenza per noi artisti di strada, perché se ti crei tante aspettative che alla fine ti deludono, rosichi di più; tanto vale essere un po’ più aperto e vedere cosa viene. Se vengono cose brutte provi ad evitarle o a migliorare, e se vengono cose belle godrai di più. Spero che mi duri questo pensiero…ho fatto da poco 30 anni, mi sono dovuto dare da fare… altrimenti entravo in depressione, quindi niente aspettative, niente certezze”.

…“chi fa questa vita non è portato a pensare troppo in là, a programmare il futuro…”.

“Non mi piace ragionare alla lunga. Non cerco programmazioni a lungo termine, cerco alla fine di accontentarmi, di godere”.)

Ma, non so sinceramente dove mi porterà il futuro…vedremo. Vivo il presente…”.

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